La compra-vendita di monete virtuali, maggiormente rappresentate dai Bitcoin, rappresenta un’attività estremamente complessa che non è più ad appannaggio di pochi, perchésta diventando sempre di più ad uso comune.
Operare con le criptovalute significa disporre di un wallet virtuale non tangibile.
L’Agenzia delle Entrate, con la R.M. n. 72/2016, ha associato l’attività diintermediazione in criptovalute alle operazioni relative a “divise, banconote emonete con valore liberatorio di cui all’art. 135, paragrafo 1, lett. E), della direttiva2006/112/C.
ll fisco in ambito cripto usa il termine “assimilabili a valuta estera”.
Le persone fisiche che posseggono criptovalute hanno obbligo di compilazionedel quadro RW della dichiarazione dei redditi.
Eventuali prelievi si indicano nel quadro RT e possono dar origine a plusvalenzee minusvalenze.
L’imposta del 26% sulle plusvalenze si paga solo in caso di cashout e al verificarsidella condizione di giacenza superiore a 51.645,69 per almeno sette giornilavorativi continui nel periodo di imposta.
In assenza di prelievi, non essendo applicabile IVAFE, null’altro è dovuto all’infuori dell’obbligo di monitoraggio (in assenza del quale sono previstesanzioni in caso di accertamento).Il mondo delle criptovalute è soggetto a più normative fiscali, quindi occorre fare molta attenzione.